L’intero comparto dei beni strumentali e delle lavorazioni connesse che si mettono in vetrina ad Ipack-Ima sfiora i 40 miliardi di ricavi, in crescita di quasi due punti rispetto al 2010, esporta quasi un terzo dei ricavi e occupa oltre 143mila addetti. Il sondaggio realizzato da Ipack-Ima tra 236 aziende del settore evidenzia qualche preoccupazione 2012 ma con cali ancora contenuti rispetto al secondo semestre dello scorso anno.
Michele Darderi, direttore marketing del gruppo Pavan ha già messo sufficiente fieno in cascina per affrontare con relativa tranquillità il 2012. La sua azienda, 130 milioni di ricavi per il 95% all’estero, tra i leader mondiali nei macchinari per pasta non per fortuna un’eccezione. Gli umori tra le aziende restano positivi, soprattutto per effetto della forte propensione all’export e dunque alla presenza consolidata all’interno dei mercati che vedono ancora tassi di sviluppo consistenti.
Le aspettative sul I semestre nelle business community di Ipack-Ima
L’export
La proiezione internazionale del comparto è dunque la principale ancora di salvezza in questa fase di stagnazione del mercato interno e la situazione è del resto “ricalcata” nei numeri della rassegna Ipack-Ima, che vede la presenza di buyer esteri da 35 paesi.
L’intero comparto sviluppa il 29% di ricavi oltreconfine, ma per il settore del packaging si toccano anche le medie del 90%.
Nel dettaglio
Nei primi 11 mesi del 2011 (dati Ucima) l’export delle macchine da imballaggio è balzato da 17,2% a 3,8 miliardi, con picchi del 92% di crescita in India, del 43% in Turchia, del 32,5% negli Stati Uniti.
Anche se il mercato interno resta in generale debole, si riesce a registrare qualche segno di risveglio. Un esempio è la milanese Opessi rappresenta aziende italiane ed estere e vende unicamente sul mercato italiano.
Da Il Sole 24 Ore di giovedì 23 Febbraio pag.24
Speciale IPACK-IMA 2012
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